Il ricordo di quella storia la scalda ancora, ciò che hanno vissuto è stato vero fuoco ed oggi si sente pericolosa per chi arriverà... forse, chissà, sarà la stessa persona?
Colorato, carico di groove e provocante quanto basta!
Sottosopra è il nuovo singolo per una Serrati in splendida forma che, a questo giro, gioca con la sensualità e con un mood che oscilla tra nostalgia e provocazione!
Trasmettere energia pura non è cosa da tutti!
Una linea ritmica sinuosa e quasi "ancheggiante" detta il timing della canzone grazie alla rotondità della cassa ed alla definizione del rullante, con il basso che si appoggia morbido sul battere...
Un'apoteosi di suoni di synth e di tastiere va a colorare l'arrangiamento creando le giusta fondamenta per la performance di Serrati che si dimostra, ancora una volta, performer di razza e che regala, con questa canzone, atmosfere decisamente estive ed al contempo molto sensuali!
Da gustare con un drink ghiacciato a portata di mano!
La storia
“una clessidra rovesciata senza requie tra la voglia di un ritorno e quella di un amore nuovo, che in fondo sono la stessa cosa.”
Oggi esce in digitale e in radio “Sottosopra”, prodotto da Severini & D’Alessandro, terzo singolo della cantautrice SERRATI: “una clessidra rovesciata
senza requie tra la voglia di un ritorno e quella di un amore nuovo, che in fondo sono la stessa cosa. La cassa scandisce l'attesa, una rasoiata flamencheggiante
di chitarre sgomita tra guizzi di elettronica liquida, con la voce che irride, con un morso secco, la propria inquietudine. Siamo stati tutti così in qualche
sera d'estate”, racconta l’artista.
è uno stato d'animo e, perché no, anche un modo di essere: “spesso capita di sentirsi in disordine, fuori controllo, nonostante magari ci sia in sottofondo
una direzione – prosegue SERRATI - Sottosopra è l'attesa di qualcuno che desideriamo, il desiderio di vedere le cose in modo nuovo, il bisogno di attirare
l'attenzione di chi amiamo, perché troppo assente. Questo ci porta inconsapevolmente o no a fare cose di cui ci pentiamo a volte. Come un gatto nero che
si vendica facendo mille dispetti al proprio padrone. È qualcosa di molto fisico, una fame, un'insofferenza che nasce dal bisogno di "avere" l'altro, di
possederne in qualche modo la presenza. L'irrequietudine di essere in balia, incompleti, senza un interlocutore, che dialoghi con noi, che ci veda e ci
riconosca, che ci aiuti a sentirci vivi, a far nascere continuamente noi stessi. Reciprocamente.”