Sanremo 2016: Seconda serata all'insegna del vorrei, ma non posso

Ed ecco passata anche la seconda serata del festival più chiacchierato dell'anno e, come già fatto per l'esordio, eccoci qui a riprendere il filo di quelle che vogliono essere valutazioni prettamente incentrate sulle performance dei concorrenti e che sono scevre da tutte quelle contaminazioni che fanno passare in secondo piano quell'aspetto musicale che, invece, dovrebbe essere il cuore dell'evento.

I cosiddetti big

la seconda serata ha acceso i riflettori sul palco dell'ariston, con i 10 big rimanenti e le luci ed ombre che abbiamo già preso in esame ieri si sono confermate dimostrando, ancora una volta, come il problema fondamentale della musica italiana sia l'eevidente mancanza di canzoni, seppur ci si trovi di fronte a doti canore sicuramente di livello.

Disarmante la presenza di Patty Pravo, inneggiata un po' da tutti, ma che, ormai, dovrebbe rendersi conto che ci sono tempi e modi e che quando non ce n'è più bisogna prenderne atto.
Con questa "Cieli immensi" ci si è trovati di fronte ad una canzone dal testo più che scontato e con l'interprete che si è vista sostenere dai coristi dell'orchestra nei punti più impegnativi e in palese difficoltà un po' durante tutta l'interpretazione.

Anche Valerio Scanu, con la sua "Finalmente Piove", non è stato memorabile dal momento che questo pezzo, provate ad ascoltarlo in cuffia, sembra non avere ne capo ne coda, sia per un testo un po' banalotto, che per una stesura molto scontata e banale.
La sensazione resta sempre quella che molte situazioni restino legate più ad un discorso di promozione che non di vera selezione delle canzoni in gara creando, de facto, uno sbilanciamento nei confronti di chi, invece, ha nelle proprie corde quel patos, quella vena creativa che differenzia l'artista vero dal mero esecutore e nulla più.

Non vogliamo dilungarci oltre visto che anche per altri, vedi Neffa, Annalisa e via dicendo, ci si trova di fronte alla sagra dell'anonimato e del vorrei, ma non riesco, di artisti che non vengono valorizzati per ciò che potrebbero dare, ma che vengono incapsulati, forse per direttive di produzione, in situazioni artistiche che danno quel po' di visibilità, che espone a critiche feroci, durante il periodo sanremese, ma che poi finiscono nel nulla più assoluto nel giro di un mese e mezzo.

Discorso a parte, invece, lo si deve fare per Francesca Michielin che, con la sua "Nessun grado di separazione", si propone con un pezzo non banale, ma che, troppe volte, ci porta a pensare ad altre voci femminili mettendo in luce quello che spesso risulta essere un limite delle nuove generazioni le quali tendono a scimmiottare interpreti più celebri mettendo in secondo piano le vere caratteristiche di cui si è in possesso.
Sarà da ascoltare l'album che uscirà domani, per capire se davvero ci si trova di fronte ad una interprete di livello oppure no, per quanto possa servire, il consiglio che verrebbe da dare a Francesca è quello di essere se stessa e di tirar fuori quelle doti che sono evidenti all'orecchio di un ascoltatore attento ed appassionato.

Al di fuori di tutto questo discorso, oggettivamente molto crudo, dobbiamo però situare sia Dolcenera che Elio e le Storie Tese perchè in questo caso, al contrario, ci si trova di fronte a 2 pezzi davvero formidabili!

Dolcenera, che ha aperto la serata, ha proposto un pezzo strepitoso dalle sonorità black come non mai ed ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere non solo una cantante dalle potenzialità immani, ma anche una pianista dal tocco alle volte vellutatissimo ed alle volte graffiante fino in fondo.

Probabilmente non vincerà la manifestazione, ma i cultori della bella musica non faranno mancare il loro apprezzamento nei confronti di una vera perla!

Per quanto concerne Elio e le Storie tese, che dire?
Geniale è l'unico termine che viene in mente perchè di questo si tratta...
L'incredibile caleidoscopio di generi ed armonie che la band ha proposto al pubblico ha dimostrato quanto questi musicisti siano veri fuoriclasse.

Cambi di ritmo incredibili, drumming curatissimo e performance canora di Elio fuori dal comune (provate a cantare quel pezzo e ve ne renderete conto) sono la summa di " Vincere l'odio" e, su questo possiamo scommetterci, di questo nuovo progetto della band milanese se ne sentirà ancora parlare.

Arrivano le nuove proposte

Sempre nel contesto di questa seconda serata nella città dei fiori, ecco iniziare anche la competizione dedicata alle nuove proposte anche se, ce lo siamo chiesti parecchio, parlare di Sanremo con le nuove figure del panorama musicale italiano con 8 membri in gara, ci pare un pochino azzardata come idea, ma tant'è meglio tanti ospiti che nuovi virgulti no?

I primi 4 concorrenti sono stati gettati nella mischia subito all'inizio e, secondo noi, ciò non è che abbia giovato tantissimo alla loro causa.

Sinceramente anche qui ci si è trovati di fronte ad un qualcosa che parrebbe più un obbligo nei confronti di produttori e dintorni, che di una vera gara per mettere in luce nuovi talenti del panorama musicale italiano e sono lontani i tempi in cui potevamo scoprire personaggi come Irene Grandi che cantava la sua "Fuori", giusto per fare un esempio.

Gli ospiti

Il focus, per questa serata, è stato regalato ad un altro totem del festival, Eros Ramazzotti.

Il ragazzone nato ai bordi di periferia ha proposto, chiaramente, un medley di vecchi successi, resi davvero intriganti dalle performance dei membri dell'orchestra dell'Ariston, con una perla rara come l'assolo di sax a fine medly mentre "Rosa nata ieri" fa vedere come la debolezza dell'Eros nazionale sia proprio nelle nuove idee che risultano sì tecnicamente impeccabili, ma molto scolastiche dal punto di vista del groove e del patos.

Non sarebbe stato male averlo visto con la chitarra imbracciata dal momento che, forse tutti lo sanno, proprio come chitarrista Eros Ramazzotti ha numeri non da poco!

Su di un altro livello invece, l'esibizione di Ezio Bosso, raffinatissimo pianista affetto da SLA che con la sua esibizione e con le sue parole ha toccato corde ed argomenti che non hanno bisogno di commento alcuno, consigliamo ai più distratti di andare a rivedere/riascoltare l'esibizione per capire!

Conclusioni

Già da ieri abbiamo cercato di porre l'accento su come si stia livellando verso il basso questa manifestazione e, badate bene, ci si riferisce alla questione musicale più stretta perchè, ogni volta di più, si è sempre più abbagliati dai riflettori e ci si dimentica una cosa basilare: Sanremo andrebbe soprattutto ascoltato e non guardato per poterne cogliere le reali sfacettature senza farsi gettare fumo negli occhi da lustrini, look vari ed amenità di qualsivolia tipo.

Stasera sarà il momento delle cover e, vedrete, ci saranno performance completamente differenti dal momento che saranno reinterpretate vecchie canzoni che, a differenza di oggi, avevano un dna ben diverso.

Non è un segreto che per l'occasione gli Stadio coglieranno l'occasione per riproporre "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla e che per l'occasione si rivedranno assieme anche pezzi di storia della band bolognese come l'anfitrionico Riky Portera ed un signore delle tastiere come Fabio Liberatori i quali si alterneranno ai membri attuali in un'esibizione che potrebbe diventare un ulteriore trampolino verso un bel 2016 per questo gruppo che già fa ben sperare con uno dei pezzi più interessanti in gara, "Un giorno mi dirai".

domani ci ritroveremo di nuovo su questi bytes per vedere come sarà andata e se, soprattutto, avremo modo di scrivere in maniera meno aspra nei confronti di un evento che, piaccia o no, focalizza l'attenzione dell'italica gente ogni anno.

Vainer Broccoli