Un'altra giornata irta di difficoltà lo aspetta, la gente che lo circondava è tutta sparita, assieme alla sua falsità e lui sa che anche oggi sarà durissima...
Rabbia e disillusione sono le emozioni che traspaiono da questo singolo di Paolo Passaretti che con questi pochi minuti di rabbia ci mette di fronte al lato più oscuro della società d'oggi che impernia tutto il suo incedere nell'apparire e non nell'essere.
Un bit composto da un rullante più cassa, molto semplici, danno l'idea di questo cuore che picchia duro a causa di una tensione ormai cronica e tappeti di sinth creano un'atmosfera decisamente in linea con ciò che l'autore vuole raccontarci.
Una chitarra elettrica molto graffiante, seppur non certo invasiva, accompagna tutta la linea melodica per esplodere nel finale, con un assolo che non ti aspetti, molto "Floydiano", che rappresenta quasi un grido di dolore e che racchiude in pochi secondi di esecuzione tantissimo gusto ed altrettanta tecnica.
La linea di cantato, però, resta la punta di diamante di questo pezzo dove Paolo fa i controcanti a sè stesso, un'ottava sotto, per quasi tutta la canzone per poi passare all'ottava sopra nel finale dimostrando di essere in possesso di una facilità di canto ed un'estensione non indifferenti.
Da gustare ripetutamente in cuffia per cogliere tutta la profondità dell'insieme!
La storia
"Il singolo è stato concepito in un momento ben preciso della mia vita, dove tutto passava velocemente, gli amori, gli amici e la famiglia. Là dove le persone dimenticavano io ricordavo, mi sentivo un muro. “Se questi muri potessero parlare, direbbero cose a cui nessuno crederebbe”, se potessero parlare davvero racconterebbero molte storie, la mia, la tua, la nostra. In un mondo dove ognuno pensa per sé, fatto di belle persone e opportunisti allo stesso tempo, di amori e di amanti, di cose non dette o dette solo a metà, il continuo ostentare ricchezza fino ad arrivare alla povertà facendosi gioco di essa. Siamo noi “Un finale amaro senza parole"
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