Rabbia, disillusione, dolore, un tunnel del quale non si vede la fine...
Il messaggio di Artan è chiaro come un'alba estiva in riva al mare...
Sound ricercatissimo con al centro un testo di grande profondità e, purtroppo, di disarmante attualità.
Un arpeggio di pianoforte, davvero di gran gusto, accompagna tutto il singolo e l'esplosione di un bit quasi isterico fa da contrappunto ad una linea di canto malinconica e tutt'altro che banale.
Il senso del testo è perfettamente impastato con la linea melodica nonostante sbalzi di ritmo alternati alla malinconia del pianoforte che, come inizia, conclude questo grido angosciante quasi fosse un lamento, un pianto, finale!
Da ascoltare più volte, preferibilmente in cuffia!
La storia
Artan (all’anagrafe Artan Rroku) nasce in Albania. Coinvolto in una missione della Caritas arriva in Italia in età adolescenziale, in quel paese visto solo in televisione.
Frequenta le superiori come i bevitori più incalliti frequentano quelle taverne che ad una certa ora chiudono o servono solo birra scadente. E' anche il periodo in cui inizia ad appassionarsi al rock ed a leggere “Memorie Dal Sottosuolo” di Dostoevskij preferendolo “All'Idiota”, le poesie di Montale dedicate alla moglie.
Scrive le prime canzoni che suona con energia nei vari pub del trentino. Artan arriva alla ribalta televisiva nel 2008 nel paese natale, al concorso "Top Fest" di Top channel. Il suo brano rock dal titolo "Dolore" gira in tutte le radio nazionali.
Nel 2011 produce e pubblica il suo primo lavoro discografico. Nel 2013 grazie a Roberto Perrone apre in acustico alla compagnia teatrale "Le Comedie" in 5 serate in Francia. Nel 2014 pubblica il secondo album “Artan Fuorimoda”. Ferrarese per adozione e trentino per lavoro, Artan pubblica, il 21 novembre 2014 per ALKA record label, il nuovo singolo “Quell’Universo” accompagnato dal relativo video clip.