Dopo una serata delle sue il risveglio è sempre accompagnato dal mal di testa tipico del day after, credeva di essersi divertito, ma la casa, il giorno dopo, sembra sempre esser troppo vuota...
Intenso, coloratissimo e davvero di gran gusto!
Stanchi è il nuovo singolo di Pit dove un testo decisamente mai banale incontra un arrangiamento di altissimo livello pensato per mettere in primo piano la musicalità di un artista decisamente interessante!
Interpretare non è mai cosa banale e se lo fai a questo livello non puoi sbagliare!
Un bel bit pulsante introduce il timing della canzone per poi evolversi in una linea ritmica dritta e rotonda che ricorda, come capita spesso ultimamente, quell'incedere tipico degli anni '80...
Un bel mix tra basso synth, tappeti di tastiere ed accompagnamento di pianoforte colora a tinte brillantissime il sound con la chitarra acustica, molto centrata nello spettro sonoro, eretta a protagonista, seppur mai invasiva, nella traccia con momenti stoppati, ritmiche ed arpeggi davvero gustosi...
Da segnalare lo stop and go nell'inciso sul finale dove troviamo anche un'elettrica molto discreta ancorchè molto efficace...
Molto interessante la performance di Pit che, nelle prime battute di intro, ricorda quasi un "Carboni d'annata" per poi proseguire con la sua capacità interpretativa che, per di più, mette anche in luce una facilità di canto veramente di livello assoluto!
Da sorbire a volumi importanti!
La storia
Stanchi è il nuovo singolo dell’artista milanese Pit, un piccolo inno generazionale che parte da esperienze personali per cercare di descrivere una situazione corale. Fare tardissimo in una serata infrasettimanale diventa così l’unica ribellione possibile per dei millennial con troppi sogni e poche chance.
Nel brano è raccontata una vita da nottambuli quasi idilliaca, fra fami chimiche al Mc Donald e sbornie intense che si faranno sentire al mattino successivo. Una necessità di uscire e di non tornare mai a casa forse per non stare da soli con sé stessi per sperare di incontrare altri come noi. Stanchi di non avere prospettive e di costringersi a non dormire fino a che non si è esausti e anestetizzati da un’altra notte senza fine. Un’aspettativa ingenua e costante di qualcosa di speciale che renda memorabile la serata, un evento che puntualmente non arriva mai ma vale sempre la pena attenderlo svegli.
“Siamo soli eppure in tanti” fra l’individualismo che ci contraddistingue e la necessità di un incontro, una festa in casa, un concerto improvvisato per potersi esprimere al meglio anche soltanto con una chitarra scordata. La musica come linguaggio universale, la dimensione live come comunità, con poche pretese e molta voglia di chiacchierare con degli sconosciuti.