Paolo Sarpi blues

Lui si aggira tra gli scaffali del supermercato e, ad un tratto, la vede... Bella, pelle dorata, occhi verdi e fare sinuoso... E' come un fulmine a ciel sereno che lo colpisce ed il suo cuore inizia a battere... Ironico, irriverente e carico di groove... Paolo Sarpi Blues ci racconta una storia di periferia in pieno stile Folco Orselli... Un blues con tutti i crismi legati al genere con il valore aggiunto dell'ironia legata ad un racconto molto semplice, ma che arriva dritto al cuore di chi ascolta! La linea ritmica è rappresentata da un drumming potente ed essenziale, rigorosamente con la cassa in 4 quarti, ed un basso preciso sul battere grazie al quale il tutto viene reso carico di un groove assolutamente coinvolgente. Non manca il più tipico dei giri di pianoforte, rigorosamente doppiato, con il supporto di uno splendido Hammond che pennella deliziosamente tutte le fasi del pezzo. Molto calda la sezione fiati, presente durante tutto l'incedere della canzone, mentre rif di chitarra quasi timidi appaiono nei vari incisi riempiendo l'arrangiamento in maniera molto intrigante. Graffiante, potente ed irridente la performance di Folco che non smentisce la sua anima "black" dimostrandosi, in tutto e per tutto, un vero e proprio "bluesman" di casa nostra! Da gustare in cuffia a volumi importanti per godere di tutte le sfumature dell'arrangiamento!

La storia

“Sono tanti anni che mi occupo di Milano, il convitato d’asfalto di molte delle mie canzoni. Una donna apparentemente altera e fredda ma in realtà accogliente e amica se sai coglierla. Come nelle mie canzoni, ho da sempre più interesse nel descrivere quello che c’è fuori dal fuoco della fotografia, sono attratto dai particolari di quinta più che dal centro della foto. Se osserviamo bene, intorno alle cose, ai fulcri, c’è sempre qualcosa di più interessante. Ecco perché questo lavoro lo voglio dedicare interamente a quello che sta intorno: alle periferie. Le periferie delle città se non adeguatamente “illuminate” possono diventare le periferie dell’anima, il luogo in cui tutto stravolge e muta in una sorda trasformazione frustrante e pericolosa. Gli uomini e le donne, artisti che trattano la cultura in tutte le sue forme, hanno il dovere di “illuminarle” con la luce della musica, delle arti visive, della scrittura, del dialogo e dell’esplorazione: parafrasando Eleanor Roosevelt “E’ meglio accendere una candela che arrendersi all’oscurità”. La mia candela è questo percorso che parte dalla musica, dalle canzoni, dal blues e passa attraverso le immagini di una serie di docufilm, attraverso cui vedremo le persone, i luoghi, i sogni e le speranze di chi vive lontano dai centri, dal fuoco, tentando di dimostrare che la periferia va vista più come un'opportunità che come un problema. I partners che ho incontrato e che sto incontrando, proponendo loro di partecipare a questo cammino (Corriere della Sera con Giangiacomo Schiavi, Stefano Boeri, Gino e Michele, Bruno Bozzetto, Il Terzo Segreto di Satira e tutti quelli che si uniranno), garantiranno la qualità e la visibilità dell’operazione: per dare luce alle periferie dobbiamo avere un’eco importante, perché solo così possiamo dire di aver mosso interesse e di aver trasformato la candela in un grande faro”. Folco Orselli Leggi la scheda di Folco!

Artista: 

Folco Orselli

Genere: 

blues

Copertina del brano: