Lo sguardo scivola tutt'attorno, gli occhi guardano, ma non vedono il mondo che lo circonda...
Da sempre lui sembra ok, ma dentro un demone gli attanaglia l'anima distorcendo le sue giornate, ma per gli altri sembra sempre tutto a posto mentre lui muore dentro...
Impetuoso, un po' onirico e decisamente potente...
Questo è l'esordio di Barry Mad sul mercato musicale italiano e porta una ventata di originalità non banale trattando un argomento decisamente attuale: il malessere dei nostri giovani...
Sin dalle prime note, dove un arpeggio di pianoforte si alterna ad accordi semplici, ma dai connotati di grande profondità, emerge la potenza che sta dietro al pezzo.
Il drumming risulta estremamente lineare, ma di impatto totale ed assoluto con una batteria forte sul dualismo cassa/rullante ed un basso essenziale e preciso sul battere.
Gli arrangiamenti puliti e minimali rendono merito al fine del testo che vede Barry esprimere il suo grido di aiuto alternando un rap molto elegante nelle strofe, ad un cantato che ti entra dentro fino all'ultima nota.
Da gustare a volumi importanti e più volte per cogliere le sfumature dei contenuti!
La storia
“Barry non ci è andato mai all'anagrafe, Barry darà voce a chi sente le voci non a chi le fa...”
E’ proprio la personalità, la chiave di lettura del suo repertorio, Barry scava molto nella psiche predisponendo le basi per una scrittura pop surrealista che rivolge l’attenzione a dialoghi interni, “scrivere canzoni è il rimedio che ho trovato per gli attacchi di panico“ così si definisce in una semplificazione del suo stile.
Per citare uno dei suoi registi preferiti Woody Allen “Barry è a pezzi” e cerca di trovarsi ogni volta rompendosi.
Il singolo ”IO TU E I MIEI MOSTRI” mette in luce il rapporto di convivenza con i propri mostri mentali, una convivenza estrema, acida e costante che compromette la lucida consapevolezza dell’esistere.
La voce che combatte con le vocine interne, la quotidianità vestita con brandelli di nevrosi, la sensazione che, qualsiasi cosa si costruisce è distrutta da un alter ego cattivo pronto a giudicare in ogni situazione, a dare calci agli occhi per farti guardare dentro.
Il testo prende come riferimento la stanza dei giochi rotti, per descrivere ogni stanza mentale piena di passato impolverato e coinquilini che hai creato senza neanche saperlo. La figura del gioco è contrapposta al fastidio, ci sono abbracci, dove rifugiarsi, invisibili, che spiano il carnefice.
Un viaggio nevrotico a tratti surreale che ci porta a riflettere anche sulla vita di coppia, la leggerezza che vedi fuori è scritta da registi demoni dentro.
E' proprio l’amore la chiave di tutto, nel testo come nel video c’è la storia quotidiana di una coppia , girata addirittura con un applicazione di “Lana del Rey” che emula la super 8 mm. “Io tu e i miei mostri” è una canzone per chi prima di presentare i suoi deve fare i conti con i suoi mostri, è il manifesto dell’accettazione, è una lotta invisibile, ossessiva compulsiva con noi stessi.
Barry Mad allaccia un rapporto con l’arte a 360 gradi curando la sua comunicazione visiva su più piani, disegna la sua copertina del singolo con un illustrazione fatta di distacchi dentro toni caldi. Il disordine cullato dall’ordine.