Il televisore nel salotto un po polveroso, manda immagini in bianco e nero di una spiaggia durante i mitici anni '60, un film di quell'epoca riporta alla mente ricordi di un periodo fatto di tanta spensieratezza ed emozioni intense che, forse, non torneranno mai più...
Un sound molto semplice dalle sonorità un po' vintage caratterizzano questo singolo degli Sky of Bird, trasportando chi ascolta lontano nel tempo.
Un'intro molto soft introduce prima la voce di Mario che viene sostenuta, dopo la prima battuta, da una batteria un po' lontana, quasi timida che si rafforza diventando presente non appena si sono fatti vivi un bel basso sul left ed uno spruzzo di hammond sul right.
La malinconia della linea di cantato rappresenta perfettamente l'atmosfera che la band ha voluto trasmettere con questo primo lavoro mentre sul finire del pezzo ecco apparire un bel cocktail di chitarra elettrica che regala un bel assolo, fatto di bicordi molto fenderiani, sul canale sinistro che vengono ripresi da rif in tonalità sul destro.
Il finale ci regala lo stesso reprise di chitarra in duetto, però, con il ritornello finale.
Si consiglia un ascolto reiterato per gustare a pieno l'insieme certo non easy listening!
La storia
Il disco è composto da nove canzoni, nove capitoli d'un romanzo di (non)amore. Atmosfere oniriche, al limite del trascendente, fuse in un muro di suono che sa di essere potente ma non rinuncia mai all'intimità e alla delicatezza. Gli intrecci di chitarre definiscono momenti cinematici, richiamano alla mente i grandi spazi, trasformandoli però immediatamente in luoghi dell'anima, sogni, visioni, miraggi...
Un effetto continuo di Fata Morgana: realtà e illusione racchiusi nel tremolo di una chitarra nel deserto.