La televisione manda barbagli azzurrognoli nella sua stanza, le immagini scorrono veloci mostrando personaggi sorridenti in giacca e cravatta, ma le menzogne sono lampanti...
Lui schiuma rabbia perchè non vede un futuro a causa di persone lontane da tutto e tutti ed un grido di dolore erutta dalla sua gola...
Un pezzo a dir poco potente che trasuda grinta e rabbbia da ogni sua nota!
L'intro ci presenta un paio di battute di pianoforte che, con un arpeggio molto delicato, aprono alla linea di cantato, ma già dalla terza ecco arrivare sul "left" un giro di elettrica, con dei power cord che iniziano a far capire cosa ci possiamo aspettare dalla canzone.
L'arrangiamento ci propone anche l'entrata di un tappeto di sinth analogico prima di far scatenare tutti i cavalli di un drumming spintissimo, vera spina dorsale di tutto il pezzo, il quale viene arricchito da una linea di basso molto precisa sulla cassa che riprende la ritmica di elettrica.
Molto gustosi gli incisi dove possiamo apprezzare la tecnica, abbinata ad un gusto indiscutibile, nell'esecuzione di tutte le parti.
Da segnalare le parti di sinth analogico che ricordano i migliori Judas Priest regalando un bel colore all'insieme.
Lo stop and go che arriva verso il finale è di grande effetto passando da un assieme potentissimo ad una parte di acustica e voce che ti lascia solo un attimo per prendere fiato e ripartire con il piede schiacciato sull'acceleratore.
Molto interessante la linea di cantato la quale mostra un Verre dalla disarmante facilità di canto con bei picchi sparsi lungo la traccia, ma con la netta sensazione che le potenzialità siano molto più ampie di ciò che vien mostrato in questo singolo.
Volumi alti e buon impianto sono assolutamente da consigliare per un ascolto reiterato!
La storia
«Oltre me non esisto è un concetto e allo stesso tempo uno stato d’animo, che sento da sempre e che oggi forse avvertiamo un po’ tutti perché figlio di questi tempi. Credo non ci sia titolo migliore - racconta Nestore Verre – per rappresentare l’album e soprattutto per descrivere ciò che l’essere umano sta vivendo. È un disco che nasce dalla rabbia, dalla ribellione, dalla consapevolezza, dalla speranza, dall’istinto di libertà, dalla voglia di andare oltre e superare le barriere della superficialità, dell’ignoranza, e della parvenza del niente. Ho sentito la forte necessità di dire le cose come stanno, senza mezzi termini, attraverso le mie sensazioni ovviamente.
Questo progetto – continua il cantautore calabrese – che ho ideato circa 3 anni fa e al quale ho lavorato sodo seguendo ogni suo aspetto, lo vorrei dedicare a chi combatte giorno dopo giorno senza fermarsi mai, alla gente comune, all’uomo di strada, a quelle persone autentiche e integre che ancora credono, a tutti quegli individui messi ai margini, ma che vedono bene, dai loro tramonti, questa realtà, spesso distorta da una società “cannibale” ed ormai sempre più politicamente scorretta, che ci spinge a chiuderci dentro, trasformandoci in piccole isole in un mare in tempesta, invece che in unica grande terra colorata!».