Lui esce sbattendo la porta, le mani affondano nelle tasche del giubotto di pelle e lampi di rabbia attraversano il suo sguardo...
L'odio si mischia al dolore, ma la certezza che domani lui ne uscirà vincitore gli da la carica verso giorni migliori...
Potente, carico di rabbia e denso di groove...
Questa è nel buio, il nuovo singolo degli Zagreb che avvolge di adrenalina chi ascolta!
Il drumming risulta la vera colonna vertebrale del singolo che, con grande raffinatezza, disegna momenti di adrenalina pura.
Davvero di grande impatto, negli stacchi, l'utilizzo dei tom denotando grande stile nel modo di suonare che viene ulteriormente valorizzato nel dimezzamento della battuta nell'inciso finale.
Perfettamente in stile la linea di basso, sapientemente utilizzato con il plettro, la quale, senza troppi fronzoli, sostiene tutta la traccia.
Una grande intelligenza stilistica, invece, la si può apprezzare nelle parti di chitarra elettrica che vengono "somministrate" in maniera molto discreta, ma di impatto incredibile:
accordi lievemente distorti, appaiono e scompaiono nelle strofe, mentre gli stessi vengono rafforzati con rif in tonalità durante i ritornelli.
La linea di cantato risulta graffiante e molto potente e viene messa in risalto dall'arrangiamento globale e colpisce direttamente chi ascolta!
Da gustare a volumi importanti!
La storia
Palude è un disco che parla della realtà vista senza il filtro degli stereotipi. La realtà raccontata in Palude è proposta da angolazioni diverse, a volte inaspettate, giocando su chiaroscuri, su dissonanze melodiche e tematiche con quel gusto grottesco che, mantenendo sempre sullo sfondo l’essenza stessa del disco, lo fanno apparire dalle tonalità a volte “mainstream” anche grazie alla splendida collaborazione in fase di produzione di Michele Guberti e Federico Viola.
La Palude è una rappresentazione di emozioni e situazioni di vita stagnanti ma al di sotto della superficie racchiude piccoli microcosmi al cui interno si sviluppano enormi drammi della quotidianità che formano, ognuno accanto all’altro, la miseria, la gioia, la disperazione, il fanatismo in un quadro generale di disarmante immobilismo. Palude è un disco di denuncia nei confronti di una realtà che sembra governarsi da sola e che punta a far si che ci sia una costante gara a chi si arrampica più in alto schiacciando chi sta sotto appiattendo e anestetizzando tutto, impedendo che possano emergere dalla palude, appunto, le idee, le novità, le emozioni, in poche parole, la vita reale. Il disco è uno schermo acceso su esperienze reali vissute da Zagreb come un assente DeNiro in taxi driver che sputa fuori la sua essenza e le sue frustrazioni di fronte allo specchio della sua “cameretta”.
Palude è un disco figlio del primo lavoro di studio, “Fantasmi Ubriachi”, e da esso ne trae importanti insegnamenti che permettono a Zagreb di esplorare altre tematiche in una veste più matura scrollandosi addosso alcuni clichè legati alle esperienze musicali dei componenti della band. I brani scorrono su inserti di elettronica pensati in fase di creazione dei brani e perfezionati in studio. Grande risalto viene dato alla voce che cavalca con grande intensità un groove di basso e batteria sapientemente ricercato nei mesi di registrazione. In questo disco la voce appare come lo strumento aggiunto grazie all’importante presenza melodica di appoggi e cori nell’ottica di caricare emozionalmente l’ascolto.