Le luci si accendono in lenta sequenza, la città si illumina ed ogni finestra illuminata sembra un occhio che guarda la vita che scorre lenta alla sera...
Quel panorama che vede dalla sua finestra gli fa volare lontano la fantasia ed un senso di pace lo pervade...
Dolce, intimo e molto riflessivo...
L'ultimo piano è il nuovo singolo di Gero che in questa canzone racconta emozioni che emergono dal più profondo del suo intimo...
Una canzone dove le riflessioni sul modo di vivere di oggi sono il focus di tutto ed il messaggio a ritrovare i propri equilibri è fortissimo!
Un bit composto da un gioco rullante cassa molto tosto rappresenta il motore ritmico del pezzo che gioca tra sonorità moderne in stile elettropop e la morbidezza del mood.
Il basso synth, mai invasivo, sostiene l'arrangiamento e dona profondità all'assieme senza mai diventare agressivo e, grazie a scelte coloratissime, tappeti di tastiere dipingono arabeschi armonici molto intriganti.
Il focus del singolo è incentrato sull'intensità del testo atttraverso il quale Gero si dimostra, nonostante la giovanissima età, songwriter di livello assoluto e pone l'attenzione, proprio in questi giorni a ridosso delle festività natalizie, sulla superficialità delle nostre giornate ed invita a ritrovare la bellezza delle cose semplici che, in definitiva, sono poi quelle che ci regalano le sensazioni più belle e più vere.
Da gustare con cuffie di qualità per cogliere le raffinatezze dell'arrangiamento e per assaporare a pieno la profondità delle parole!
La storia
Il cantautore siciliano, vincitore di “Musica contro le Mafie 2018” con un brano dedicato a Paolo Borsellino, spiega anche l’idea alla base del videoclip (regia di Leo Curiale) che ha cercato di rappresentare al meglio il senso della canzone: “La scelta come location della sala da ballo abbandonata dello storico Palazzo Trabia di Mussomeli di proprietà della Famiglia Mingoia/Sorce riflette in pieno il significato del brano. Chissà quante persone si sono conosciute in quel posto. Chissà quanti ricordi belli e felici legati a quel posto. Ed è proprio la ricerca della felicità quasi dimenticata il senso del brano. Mentre si fa a gara a rincorrere le mode, ad affollarsi nelle metropolitane, ad allontanarsi innaturalmente dai propri ricordi per cercare di sperimentare nuovi orizzonti, mentre avviene questa sorta di migrazione della ragione, il cuore è ancorato dove si è stati bene. Ed è grazie ad un mio personale viaggio che ho trovato un posto che mi ha fatto sentire bene: un comune terrazzo di un grattacielo a New York. Un posto che mi ha fatto sentire minuscolo in mezzo a quello spettacolo sconfinato di cemento, di luci e di cielo.” “Il tema di questo brano - racconta Gero Riggio - è incentrato sulla continua ricerca della ‘forma’ più che al ‘contenuto’ di una generazione interessata alle mode, a curare l’apparenza. È un invito a ricercare quel posto nel mondo dove sentirsi bene con se stessi, dove ritrovarsi e ritrovare la felicità. La mia, per esempio, l’ho trovata guardando il Panorama mozzafiato dall’ultimo piano di un Grattacielo a New York: ‘un futuro che spesso sfugge dalle mani se ci fissiamo coi rumori e non con gli altri sensi, tutti vogliamo solo dimostrare ma nessuno coglie l’essenziale: stare bene con se stessi’”. Leggi la storia di Gero!Artista:
Gero Riggio
Genere:
pop