La valigia è aperta sul letto, gli armadi con le ante spalancate aspettano di esser svuotate...
I dubbi si affastellano nella sua mente e non sa che fare, capisce che qui non ha futuro, sa che deve cercare lontano le sue opportunità, ma il senso di abbandono che prova è fortissimo...
Diretto e senza giri di parole...
Questo singolo di Igor Nogarotto, attuale più che mai, racconta quella che è una situazione purtroppo consueta nel nostro paese che costringe tantissima gente ad abbandonare le proprie vite ed i propri affetti per cercare fortuna lontano...
Arrangiamenti sopraffini e testo che graffia; così, in sintesi, possiamo raccontare questa uscita del cantautore piemontese di base oggi nella capitale.
un tappeto di chitarra acustica, molto semplice, ma di grande efficacia, rappresenta la spina dorsale di tutto il pezzo mentre, quasi in punta di piedi, una chitarra elettrica si fa spazio tra una strofa e l'altra per poi evolvere in rif davvero gustosi nei ritornelli.
La linea ritmica, sempre molto raffinata, è caratterizzata da due momenti ben precisi: il primo, durante le strofe, che ricorda quasi una marcia bandistica, ed il secondo, nei ritornelli, dove ritroviamo il tipico mood del genere pop.
Di gran classe l'intervento di un sax contralto sul finire della canzone che, davvero con poche frasi, dona quel tocco di buongusto che lascia piacevolmente sorpresi.. e mette in evidenza come l'attenzione di Gabriele Massa negli arrangiamenti sia stata senza dubbio di livello altissimo.
Da notare l'interpretazione di Igor Nogarotto che, in questa sua performance, lascia trapelare quel malessere, purtroppo diffusissimo, che ogni giorno di più si palesa nella quotidianità di chi cerca la possibilità di crearsi un futuro.
Da ascoltare con attenzione per l'intensità e la profondità del messaggio!
La storia
"Siamo la culla dell'arte, ma le abbiamo chiuso le porte" così canta Igor Nogarotto in quello che viene definito il "nuovo inno italiano": un grido che lamenta una situazione insostenibile, un Paese che non è più la casa degli italiani, ma una sorte di prigione, nella quale è difficile dare vita alle proprie passioni e propensioni lavorative, perché è tutto interdipendente da parentele e conoscenze "nepotismo se vuoi un posto di lavoro". In bilico tra la tentazione di abbandonare l'Italia per cercare "fortuna" all'estero in luoghi che valorizzano i talenti e contestualmente il forte richiamo delle nostre origini "Prima o poi me ne vado, te lo giuro, ItaGlia con la 'G' che tagli la gambe a chi vuol restare qui". Una canzone che vuole risvegliare le nostre coscienze "quando ti sveglierai?", ma anche un monito verso se stessi "quando mi sveglierò?", perché il presupposto di base per far sì che le cose cambino è che cambi in primis il singolo individuo. E 2 frasi che richiamano chiaramente l'inno di Mameli, ma "riviste" ai nostri giorni: "Fratelli d'Italia l'Italia non s'è desta dorme ancora, mesta" "Fratelli d'Italia dov'è la vittoria dove sono finiti i sogni di gloria?" Una provocazione forte, ma che in fondo sottintende un grande amore per il proprio Paese Igor propone un nuovo messaggio, gridando di non “sentirsi a casa” nel suo Paese, l’Italia, che per gli Artisti e non, non rappresenta un luogo sicuro e di sviluppo, ma un muro da scalare senza appoggi. “ITALIA VAFFANCULO” è la voce rivolta all’Italia, ma anche soprattutto agli ITALIANI, che vengono invitati a svegliarsi, perchè il risveglio deve partire prima di tutto dal singolo individuo. Leggi la storia di IgorArtista:
Igor Nogarotto
Acquista il brano online:
Genere:
pop