Gira ancora

La puntina si abbassa sul disco che sta girando, un piccolo "tok" esce dalle casse dello stereo e la musica si diffonde nella stanza e lei si lascia andare sulle onde della sua femminilità che sta sbocciando...

Sensuale ed ironico allo stesso tempo...
Si intitola "Gira ancora" il singolo che rafforza l'uscita di questo disco per Gli Shakers.

Un'intro che si regge su di un arpeggio di chitarra sostenuto da un drumming fatto di cassa e cerchio che è arricchito da un basso essenziale, ma preciso sul battere.

Dopo le prime battute l'assieme si arricchisce, proprio in dirittura d'arrivo della strofa verso il ritornello, ecco comparire anche un organo hammond dalle sonorità tipicamente vintage che va a colorire l'evoluzione della traccia assieme ad un piano tipicamente Fender il quale, quasi sommessamente, impreziosicono tutto l'assieme.

la linea di cantato si adegua perfettamente allo stile della band e l'impressione di un'ironia sempre presente aleggia anche in questa ballad che potrebbe rappresentare la parte più soul dell'ultimo album di questo gruppo.

Da gustare in cuffia a volumi sostenuti!

La storia

Gli Shakers debuttano sulla lunga distanza con  “Tu cosa fai, non balli?”, che segue il minialbum “Il futuro è già passato” e il recente singolo e video “Zombie Boyfriend”.

10 canzoni che si traducono in un mix di pop e beat, con una spruzzata di rhythm’n’blues e rock'n'roll.

Gli Shakers arrivano da Varese e potreste vederli in una versione italiana di un toga party alla Animal House; la festa è il loro habitat e l’ironia la fa da padrone, soprattutto in pezzi come “Zombie Boyfriend” o nella rivisitazione di “Lamette”, storica hit della Rettore.

Quello che accomuna molti dei pezzi è l’immaginario cinematografico: “Come Bonnie & Clyde” richiama i road movie americani; “Solo chi ama sopravvive” è ispirato a “Only lovers left alive” di Jim Jarmusch, “Quanta splendida follia”, “Un posto che non c’è” e “Solo chi ama sopravvive” sono piene di immagini noir e citazioni. Altri pezzi parlano di disagio adolescenziale (“Gira ancora”) o generazionale (“Chi credete che siamo”), pur mantenendo un velo di humor, come “Me ne vado a Kathmandu” dove il desiderio di fuga viene comunque affrontato in chiave ironica.
Un disco da ascoltare tutto d’un fiato, dove troverete anche una piccola chicca, un tributo ai Nirvana in Filicudi Surf, adattamento di “All apologies”.

Leggi la scheda della band

Artista: 

Gli Shakers

Genere: 

pop

Copertina del brano: