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Biografia:
Ginevra Di Marco
Ginevra Di Marco (Firenze 1970) appare nel 1993 quando partecipa come ospite in Ko de mondo primo disco dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente disco In quiete, registrato dal vivo, la si può considerare prima voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del gruppo. Con il Consorzio Suonatori Indipendenti resterà per i dieci anni successivi, condividendo tutti gli album in studio e i tour. Dal 1999 inizia una parallela carriera solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch’egli membro dei CSI. La prima è una produzione insolita, che vede la cantante musicare dal vivo le immagini del film muto Il fantasma dell'opera del 1920 (con Lon Chaney). Sempre nel 1999 esordisce da solista con l’album Trama tenue, con il quale vince la Targa Tenco e il Premio Ciampi come miglior disco di esordio. Collabora inoltre con Max Gazzè (con il quale tra il 2001 e il 2002 condividerà un intero tour teatrale nei teatri) e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, ospiti entrambi nel suo disco. Nel 2001, allo scioglimento dei CSI, continua la collaborazione con alcuni componenti del gruppo attraverso il nuovo progetto PGR, dove cura molte delle linee melodiche dei testi scritti da Ferretti nell’omonimo disco. Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a Disincanto (2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso di Ginevra rimane intatta, non si disperde e raccoglie il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno insegnato il mestiere dell'essenzialità e della floridezza, il peso specifico delle sfumature, la complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo. Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di vita intrapresa con lo spettacolo Stazioni Lunari. La natura itinerante del progetto, ideato da Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti. Il concerto è un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi ma ugualmente stimolati dal partecipare a uno spettacolo che si allontana dall’idea di kermesse per diventare una condivisione reale e compartecipata di musica. Ginevra impara a comprendere e a interagire con altre situazioni capendo finalmente che è nell’apertura verso le altre culture il suo fuoco di interesse e il suo destino. Da qui inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che parte dalla tradizione della sua Toscana per allargarsi ai canti popolari del Mediterraneo. Arriva così a registrare Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre, uscito nel novembre 2006. Canti dal margine della Storia, da un mondo profondo e dimenticato: Romania, Ungheria, Grecia, i Balcani, gli Slavi, i Rom, il Portogallo, la Bretagna, il Messico, il Cile, gli italiani del Sud e quelli di Toscana. Arrangiamenti e rivisitazioni volti a coinvolgere il pubblico con il calore ed il sapore delle feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente, rivisitazioni realizzate con il fondamentale apporto di Francesco Magnelli al piano e Andrea Salvadori alle corde con i quali la collaborazione continua in un sodalizio che, anche negli anni a venire, si farà sempre più costante e intenso. Nello stesso solco si inserisce Donna Ginevra (2009), ancora un viaggio nel profondo delle tradizioni e dei margini, recuperando brani come frammenti di Storia più o meno sommersa e dimenticata. Passando da Napoli a Cuba, dalla Bretagna al Lazio, dalla Toscana al Cilento e ai Balcani, la voce di Ginevra si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell'amore. Da sottolineare infine l'inclusione in scaletta di due pezzi firmati Luigi Tenco e Pino Daniele, quasi si intendesse additare quel legame tra canzone d'autore e vita ad altezza d'uomo un tempo saldissimo e oggi parecchio più labile, o se preferite astratto. Il disco vince la Targa Tenco 2009 per la migliore interpretazione. Nel 2011 esce un nuovo lavoro discografico dal titolo Canti, richiami d’amore. Nato da un'esperienza live, ovvero il concerto di Natale 2010 presso la basilica di Santa Croce a Firenze, il disco è una registrazione studio in presa diretta di quell'esperienza: un excursus tra la canzone d'autore e quella popolare; brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie regioni d'Italia. Sempre nello stesso periodo si crea un meraviglioso sodalizio tra Ginevra e la grande scienziata Margherita Hack: entrambe fiorentine, decidono di creare uno spettacolo che, tra musica e parole, racconti il’900 e la storia più moderna del nostro paese, tra i limiti, le risorse e la speranza di cambiamento. Nasce così L’Anima della terra vista dalle Stelle, uno spettacolo dal vivo che troverà grande riscontro per i cinque anni successivi nei teatri di tutta Italia. Margherita Hack racconta il suo Novecento. Il fascismo, la rinascita del dopoguerra, la fine del secondo millennio, affronta tematiche sociali scottanti quali immigrazione-emigrazione, nuove energie, lavoro, corruzione. Ginevra canta canzoni come Amara terra mia e Malarazza di Domenico Modugno, Gracias a la vida di Violeta Parra, Montesole dei PGR in una struttura di spettacolo in cui il racconto di Margherita Hack è "la memoria", il canto di Ginevra Di Marco è "il motivo". Fondamentale l’apporto di Andrea Salvadori e Francesco Magnelli che sul palco, oltre a suonare, interagiscono con Margherita con interventi, domande e battute sagaci che contribuiscono a provocare quelle risposte cariche di simpatia e spontaneità proprie della Prof. Hack e che l’hanno resa popolare e amatissima dagli italiani. Dallo spettacolo viene tratto un libro corredato da un DVD contenente un film documentario con la regia di Andrea Salvadori. Negli ultimi anni Ginevra continua ad incrociare volti, suoni, memorie, e fa suoi canti in lingue diverse, si confronta con artisti del panorama nazionale e internazionale in uno scambio musicale e umano. A questo proposito citiamo il tour nell’estate 2014, con L’orchestra di Piazza Vittorio, un fantastico ensemble di 18 musicisti provenienti da dieci diversi paesi del mondo. Nel 2015 avviene uno degli incontri più prestigiosi nella carriera di Ginevra Di Marco: nella cornice del “Dedica Festival” di Pordenone, festival di letteratura dal mondo giunto alla sua XXI edizione, si concretizza l’incontro tra Ginevra e lo scrittore Luis Sepulveda, suo grande estimatore seppur Ginevra mai lo avrebbe immaginato. Nasce il reading poetico-musicale Poesie senza patria dove Luis Sepulveda e la moglie, la poetessa Carmen Yanez, leggono molte delle loro poesie accompagnate dalla musica del trio di Ginevra che costruisce, come sempre, una tessitura musicale, tra concetti e richiami, che perfettamente si sposa con la natura poetica degli autori. Lo spettacolo riscuote un enorme successo e viene riproposto l’anno successivo, a maggio 2016, a Perugia nella storica Sala dei Notari. Sempre nel 2015 partecipa alla riedizione di quel “Bella Ciao” che é stato il più influente spettacolo folk del secolo scorso. Il progetto porta il nome de Il nuovo Bella Ciao; la direzione artistica è affidata da Franco Fabbri a Riccardo Tesi con gli arrangiamenti curati in collaborazione con Andrea Salvadori. Sul palco Ginevra canta con due importanti esponenti del folk e della musica popolare: Elena Ledda e Lucilla Galeazzi. Lo spettacolo viene selezionato al Womex nell’ottobre 2016 e si appresta ad effettuare un importante tour europeo. Sempre nel 2015 viene invitata come Madrina al Premio Bianca D’Aponte. Nel 2016 riceve il Premio Maria Carta. L’ultimo progetto di Ginevra Di Marco è un disco dedicato a Mercedes Sosa, la più grande cantora dell’America Latina e simbolo della lotta per i diritti civili in Argentina per il quale ha ricevuto la Targa Tenco 2017.
Cristina Donà
Il lungo e felice percorso artistico che fa di Cristina Donà una delle voci più originali della scena musicale italiana, inizia nei primi anni novanta.
Cristina, che ha contribuito a definire una nuova stagione del rock di matrice mediterranea, è una delle poche artiste italiane capaci di “rivaleggiare” con le grandi colleghe che all'e-stero hanno reinventato il modello di interprete e autrice. Sempre in grado di rin-novarsi, la Donà è divenuta prima punto di riferimento, poi figura ispiratrice per le nuove generazioni di musicisti italiani. Grazie alle prime performance che la fecero conoscere per la sua voce unica, viene segnalata da Davide Sapienza (al tempo giornalista musicale ora noto scrittore) a Manuel Agnelli degli Afterhours: così nacque la collaborazione che porterà all'al-bum di debutto “Tregua” (1997), da lui prodotto coinvolgendo musicisti di spicco della nuova scena musicale italiana di allora. I primi riconoscimenti non tardano: il pubblico la accoglie come un’ appassionante novità, la comunità musicale riconosce il suo esordio sorprendente, la critica le assegna la Targa Tenco per il mi-glior album di debutto. Al concerto che la vede vincitrice del festival “Max Generation” conosce Robert Wyatt, che vota “Tregua” tra i suoi cinque album preferiti per l'influente mensile britannico “Mojo”. Finito il primo tour nazionale, Cristina completa il materiale che andrà a comporre l'album “Nido” (1999), dove ci sono collaborazioni importanti (Mauro Pagani, Morgan, Marco Parente e ancora la produzione di Agnelli) sug-gellate dal "grande uomo magico" Robert Wyatt che interviene in una delle canzoni più amate dal pubblico di Cristina: “Goccia”. Con l'inizio del nuovo millennio Cristina esce dal suo “nido” grazie anche ad un numero sempre crescente di concerti, accompagnata dalla sua band con Cristiano Calcagnile alla batteria, Lorenzo Corti alla chitarra elettrica e al basso Marco Fer-rara. Sempre dello stesso anno è il debutto in libreria con “Appena sotto le nuvo-le” (Mondadori). La Targa SIAE del Club Tenco (miglior artista emergente), chiude degnamente l'anno duemila. Il fatto saliente del 2001 è l'invito al Meltdown Festi-val, alla Royal Festival Hall di Londra: per la prima volta un artista italiano sale sul palco della manifestazione e qui Davey Ray Moor (fondatore dei Cousteau) la vede in azione e le propone una collaborazione. Quando Cristina, impegnata a rifinire le nuove canzoni, nel gennaio 2002 suona all’Eurosonic Festival di Gronin-gen (Olanda), capisce che è tempo della sua prima produzione internazionale, viene spontaneo pensare a Moor. Grazie alla collaborazione un anno dopo arriva “Dove Sei Tu” (2003), registrato tra Italia ed Inghilterra. L'album entra in classifi-ca grazie a tre singoli: “Triathlon”, remixato da Max Casacci dei Subsonica, va in alta rotazione su MTV. Dopo un nuovo intenso periodo in tour con la band, il settembre 2004 vede uscire anche in Italia l’eponimo “Cristina Donà” (2004), album in inglese pubblicato in tutto il mondo da Rykodisc International. Billboard Europe parla di “produzione finalmente originale uscita dall'Italia”, il prestigioso Sunday Times, inserisce una canzone nel cd allegato al giornale accompagnata da una bellissima recensione, Mojo riconosce l'unicità di canzoni e testi. L'uscita dell'album è seguita da numerose date in Europa (Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Svezia, Belgio) e dall'utilizzo, da parte di un'azienda norvegese, di un suo brano per uno spot tele-visivo. Nello stesso anno partecipa ad A.C.A.U. La nostra meraviglia, primo al-bum solista di Gianni Maroccolo (già bassista dei Litfiba e dei C.S.I), progetto che include artisti come Jovanotti, Agnelli, Consoli, Godano, Gazzé, Battiato, Renga, Pelù, Ferretti: la canzone che scrive a quattro mani con Maroccolo, “Meloria's Bal-lade”, diventa il singolo di lancio dell'album. Sempre nello stesso anno Cristina viene invitata a partecipare ad un progetto prestigioso che va sotto il nome di “Soupsongs”, dedicato alla musica di Robert Wyatt capitanato dalla trombonista, arrangiatrice Annie Whitehead e di cui fanno parte la straordinaria voce di Sarah-Jane Morris, e altri nomi prestigiosi della scena jazz inglese. A fine 2004 ritira il Premio Chatwin come artista nel mondo e la targa Siae e suona in Norvegia. Al ritorno in Italia Cristina riprende ad esibirsi dal vivo e rivoluziona gli arrangiamenti dei suoi brani avvalendosi della collaborazione del polistrumentista Stefano Carrara, che affianca il batterista Cristiano Calcagnile. Il nuovo corso musicale sfocia nello splendido tour teatrale “Il suono della Luce” nella primavera 2006, dove Cristina da sola sul palco “duetta” con le luci di Mas-simo Pozzoli, uno dei nostri light designer più stimati e di valore. Da queste annate passate a sperimentare nascono i presupposti dell’album che segna il transito al futuro (anche discografico, dopo il passaggio alla Capitol/EMI): “La quinta stagione”(2007). Per questo nuovo lavoro Cristina sceglie un nuovo gruppo di musicisti di cui fa parte il batterista Piero Monterisi conosciuto durante una serata con la PFM per Buon Compleanno Faber dove la cantautrice ha l’onore di intonare due capolavori di Fabrizio De Andrè: “La canzone di Marinella” e “Prin-cesa”. Scritto tra il 2006 e l'inizio del 2007 “La quinta Stagione” è prodotto da Pe-ter Walsh (già produttore di Scott Walker, Peter Gabriel, Simple Minds, the Church, etc) che sintetizza i diversi stili musicali della Donà. L’album viene pre-miato come miglior album italiano del 2007 da Musica&Dischi, con un referendum tra oltre cento giornalisti. Dal vivo Cristina si avvale (oltre che di Piero Monterisi e Stefano Carrara) per la prima volta del bassista Emanuele Brignola che poi la se-guirà sempre in tour negli anni successivi. Nel marzo 2008 esce "Piccola faccia", che comprende alcuni dei brani più amati del repertorio di Cristina, con l’aggiunta di due affascinanti cover (“I’m in you” di Peter Frampton e “Sign your name” di Terence Trent D’Arby) riletti in chiave acustica. L'intento è quello di far conoscere al pubblico le sue canzoni in una ve-ste più essenziale, una forma espressiva che la cantautrice milanese e i suoi fan, da sempre, amano molto. La nuova interpretazione chitarra-voce viene realizzata con la presenza del talentuoso chitarrista Francesco Garolfi e impreziosita dalla presenza di Giuliano Sangiorgi (Negramaro) nel brano “Settembre”. Nell’estate 2010 Marco Paolini invita Cristina a impreziosire la performance di “Uomini e cani”, dedicato a Jack London, davanti a 4000 persone sotto la Presola-na, la regina delle prealpi orobiche. Il 2009 e 2010 sono anni in cui Cristina intreccia la sua vita artistica con l’esperienza della maternità. E’ l’inizio della collaborazione con Saverio Lanza, polistrumentista e produttore, con il quale condivide, per la prima volta nella sua carriera, la composizione della parte musicale di tutti i suoi nuovi brani. Cristina vuole seguire una nuova rotta e con l’aiuto di Lanza, che ne firma anche la produzione artistica , approda ad un album musicalmente ricco e sfaccettato ma anche lieve e luminoso : “Torno a casa a piedi” (EMI music) 2011. Ne segue un tour im-portante, l’album è premiato da un amore sempre crescente del pubblico ed entra al n. 4 delle classifiche di download digitale e nei Top 10 degli album più venduti, anche grazie al notevole airplay ricevuto dal singolo Miracoli. Il 7 luglio 2011 al Traffic Free Festival di Torino, Cristina ha l'onore di ospitare nella sua session il grande Francesco De Gregori che duetterà con lei sul singolo “Miracoli”. A sua volta De Gregori la ospiterà durante il suo concerto cantando in-sieme a lei svariati brani del suo repertorio. Tra queste il capolavoro “La donna cannone”, che De Gregori prima di allora non aveva mai cantato in duetto. Nel 2012 Cristina partecipa con la canzone “Agnese” alla compilation Tributo a Ivan Graziani. Nel brano proposto la Donà suona con Saverio Lanza e riprende la collaborazione con Cristiano Calcagnile. Nel settembre 2012 il MEI Supersound di Faenza le conferisce il premio come miglior artista live. Alla fine dell’anno Cristina compone, sempre insieme a Saverio Lanza, “Come non mi hai visto mai” uno dei soli due inediti presenti in Irene Grandi & Stefano Bollani l’album omonimo di cover dei due artisti, uscito per Carosello Records. In aprile “Universo”, uno dei brani più noti del suo repertorio, è incluso nella colonna sonora del film “Ci vediamo domani” con Enrico Brignano per la regia di Andrea Zaccariello (distribuito da Moviemax). Nell’estate 2013 condivide il palco con l’attrice teatrale e cinematografica Isabella Ragonese per lo spettacolo “Italia Numbers”, spettacolo ideato dalla stessa Isabella, al quale seguiranno diverse repliche. Per il Festival di Sanremo 2014 compone uno dei due brani presentati da Arisa, “Lentamente (Il primo che passa)”, scritto insieme a Saverio Lanza e Arisa stessa. La Donà firma inoltre altri tre brani per la cantante vincitrice del festival: “Dici che non mi trovi mai”, “Chissà cosa diresti” e “Se vedo te”, quest’ultima scelta da Arisa come title track dell’intero album. Nel marzo 2014 partecipa alla riedizione dell' album “Hai paura del buio?” degli amici storici Afterhours, collaborando al rifacimento del brano “Televisione” in un bellissimo duetto con “the friendly Ghost of Robert Wyatt” . Il 24 luglio dello stesso anno, è di nuovo protagonista dell'Estate Fiesolana, ospite di un evento speciale: con i The Waiting Room sale sul palco del suggestivo Teatro Romano e reinterpreta la prima e più famosa tra le opere rock: “Tommy” degli Who dando ancora una volta prova della sua versatilità. Dopo un lungo periodo di lavoro e di esplorazione introspettiva, Cristina riemerge nell'autunno dello stesso anno pubblicando, nel giorno del suo compleanno (23 settembre) , “Così Vicini”. Il nuovo album è composto da dieci canzoni inedite scritte insieme a Saverio Lanza che, come per il suo predecessore “Torno a casa a piedi” ne firma anche la produzione artistica. “Cercare, avvicinarsi per poi accorgersi che c'è ancora tanto da scoprire, il bisogno di si-lenzio, di un colloquio a due. La necessità di un'intimità che abbiamo dimenticato. Eccoci. Se avrete il tempo vi racconterò di me con la gioia di chi si svela dopo un lungo tacere. Sono magie che possono manifestarsi solo quando si è Così Vicini”. E' così che Cristina decide di presentare al pubblico il suo nuovo album e di rac-contarne la genesi: dal Dinamo di Reggio Emilia, il 4 ottobre prende il via lo “Spe-cial Acoustic Tour”, una serie di concerti storytelling in duo con Saverio Lanza. A fine anno l’ Incantautrice torna invece ad esibirsi nelle principali città italiane con la band al completo nello “Special Electric Tour”. I primi mesi del 2015 sono all'insegna delle collaborazioni importanti: il 12 feb-braio esce infatti “Un vento senza nome”, nuovo disco di Irene Grandi, per la quale Cristina firma – sempre con Lanza - i due brani inediti “A memoria” e “Una canzone che non ricordo più”. Il 21 aprile il gruppo cantautorale siciliano Dimartino pubblica il terzo album di studio “Un paese ci vuole”, che vede la partecipazione straordinaria di Cristina ne “I calendari”, piccolo gioiello in chiusura del disco. Artista dalla poetica densa di immagini e riferimenti al rapporto con la natura, il primo maggio è ospite della rassegna internazionale “Elijazzen 2015”, in un con-testo davvero magico e particolare: l' arcipelago delle Isole Lofoten, note per lo straordinario patrimonio naturale, nello splendido territorio artico norvegese. Intanto nel nostro Paese è da poco uscito “Il senso delle cose”, secondo singolo estratto da Così Vicini, accompagnato da un videoclip scritto e diretto da Giacomo Triglia. Il 29 settembre una giuria composta da oltre duecento giornalisti tra i più rappresentativi in ambito musicale, conferisce a Cristina Donà e Saverio Lanza la prestigiosa Targa Tenco come miglior canzone proprio per “Il senso delle cose”, brano che esprime il desiderio di cercare il significato profondo di ciò che accade, al di là delle apparenze. La Targa viene ritirata il 22 ottobre da Cristina e Saverio durante la prima delle tre serate dedicate al Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo. Da sempre propensa alle collaborazioni stimolanti e pronta ad affrontare nuove sfide artistiche, Cristina il 14 novembre debutta sul palco del Teatro San Filippo Neri di Nembro (BG) al fianco di Massimo Cotto (voce narrante) e Alessandro “Asso” Stefana (chitarre) con lo spettacolo “Rock Bazar”, basato sull' omonima trasmissione radiofonica che Cotto conduce su Virgin Radio, dove Cristina è chiamata a reinterpretare in modo originale e personale brani immortali come “He-roes” di Bowie, “Sympathy For The Davil” degli Stones, passando per “Ring Of Fire” di Johnny Cash e “Wish You where here” dei Pink Floyd, solo per citarne alcuni. Il 2016 si apre sotto il segno di Fabrizio De Andrè: il 23 gennaio Dori Ghezzi consegna a Cristina Donà il Premio De Andrè per la reinterpretazione dell'opera del cantautore genovese, per “..aver scelto di portare sul palco, con la sensibilità che da sempre la contraddistingue, Fabrizio De Andrè e le sue anime salve, le vie del campo e il suo inverno”. Accompagnata da Saverio Lanza, Cristina incanta il pubblico della Sala Petrassi dell' Auditorium Parco Della Musica di Roma eseguendo tre brani di Faber ( “Rimini”, “La ballata dell'amore cieco” e “La canzone di Marinella” ) e la sua “Universo”. Qualche mese dopo - il 3 marzo - sul palco del Teatro Asioli di Correggio, debut-ta “Amore che vieni amore che vai: Fabrizio De Andrè – Le donne e altre sto-rie”, nuovo progetto-omaggio collettivo in cui Cristina si fa interprete e voce delle donne narrate e raccontate da Faber in alcuni dei brani più iconici e rappresenta-tivi della sua poetica. Ad accompagnarla, oltre a Saverio Lanza una “piccola or-chestra” d'eccezione, formata da alcuni dei più importanti musicisti jazz italiani : Rita Marcotulli al pianoforte, Enzo Pietropaoli al basso, Javier Girotto al sax, Fabrizio Bosso alla tromba e Cristiano Calcagnile alla batteria e percussioni. Il 4 aprile 2016 è alla Colyer-Fergusson Hall dell'Università di Kent, a Canter-bury, per un evento unico e specialissimo: dal 2004 Cristina fa parte del progetto Soupsongs, omaggio a Robert Wyatt ideato da Annie Whitehead, trombonista, amica e collaboratrice di lunga data dell'incredibile, mitico e magico artista le cui apparizioni pubbliche sono sempre più rare. Fa eccezione questa straordinaria occasione, alla quale Cristina prende parte interpretando alcuni brani del reperto-rio wyttiano, durante una conferenza/conversazione con “il grande uomo magico” a cura del noto giornalista inglese Gavin Esler . Segue un altro evento speciale, questa volta ideato assieme ad uno dei suoi colla-boratori storici oltre che tra i più proliferi ed interessanti batteristi della scena ita-liana: Cristiano Calcagnile. Il 12 maggio va così in scena a Firenze per il festival FabbricaEuropa “Sea Songs”, concerto durante il quale Cristina alterna sapientemente alcune delle composizioni degli autori del cuore (Robert Wyatt, Nick Cave, Paolo Conte, Lucio Dalla, Radiohead fra gli altri) alle sue, muovendosi con grazia ed in perfetto equilibrio sul filo conduttore che lega i brani in scaletta: l'acqua. I pezzi vengono riarrangiati per l'occasione dallo stesso Calcagnile, che sceglie di condividere il viaggio, oltre che con Cristina, con musicisti poliedrici e sopraffini, nonché amici, come Lorenzo Corti alle chitarre, Vincenzo Vasi al basso e There-min , Pasquale Mirra al vibrafono ed il giovane e talentuoso trombettista Gabrie-le Mitelli. Qualche mese dopo arriva un altro importante riconoscimento, il terzo in meno di un anno: il 15 luglio a Santa Margherita Ligure, Cristina ritira infatti il Premio Bin-di alla Carriera, conferitole “per la sua predilezione per la qualità e per i contenuti, per una cifra stilistica che si concentra sulla sostanza e sulla forza di parole e musica. “Una cantautrice che più di molte altre può essere considerata l’emblema della canzone d’autore al femminile e sicuramente una delle voci più originali della scena musicale ita-liana” come spiega Enrica Corsi, ideatrice della manifestazione giunta alla sua un-dicesima edizione. In estate e nell'ultima parte dell'anno Cristina continua a calcare i palchi delle più importanti città italiane dividendosi felicemente tra “Rock Bazar”, “Italia Num-bers” reading spettacolo con l’amica attrice Isabella Ragonese e “Amore Che Vieni, Amore Che Vai – Fabrizio De Andrè , le Donne e altre storie”. Nel 2017 il lungo e luminoso percorso artistico di Cristina Donà taglia un traguar-do importantissimo, quello dei vent'anni. Nel 1997 veniva infatti pubblicato il suo folgorante album di debutto “Tregua”. Per questo specialissimo “compleanno” Cristina confeziona un regalo prezioso: un tour dedicato, con live incentrati prin-cipalmente su “Tregua” (eseguito per intero) arricchiti da cover insolite di grandi artisti italiani ed internazionali con le quali Cristina ama da sempre cimentarsi, ol-tre ai brani simbolo della sua carriera. Sul palco con lei musicisti presenti già ai tempi del suo debutto, come Cristiano Calcagnile alla batteria (che si occuperà anche di “vestire” i brani con nuovi arrangiamenti) e Lorenzo Corti alle chitarre , ai quali si aggiungono Danilo Gallo al basso e Gabriele Mitelli alla tromba. E dopo il tour la festa del ventennale si arricchisce di un altro appuntamento: il 15 settembre esce l’album raccolta dedicato al suo disco d’esordio che segnò l’inizio del suo viaggio nella galassia Musica. Cristina decide di rimettere in gioco quell’album affidandone i brani - ad eccezione di “Stelle buone” che lei stessa reinterpreta - a dieci artisti della nuova generazione, invitandoli a rileggere in totale libertà le sue canzoni. Cristina, a sua volta, interviene incrociando la sua voce con le loro. Io e la Tigre, Birthh, Sara Loreni, Chiara Vidonis, Simona Nora-to, Blindur, Zois, Il Geometra Mangoni, La rappresentante di Lista, Sherpa, sono i dieci giovani artisti, le “dieci stelle buone” di questa speciale esperienza di condivisione e di mutazione discografica”.