Il rientro alla sera è pieno di ombre e fantasmi, i ricordi si annidano minacciosi nei suoi pensieri, ma sa benissimo che il tempo sistemerà tutto e, alla fine, sa che sta bene così e ritroverà se stesso...
Denso di significato e carico di groove...
Il progetto Gibilterra si presenta così con la grande voglia di fare musica dei membri che lo compongono!
Una chitarra acustica tiratissima rappresenta il filo conduttore della traccia con impennate davvero intriganti a dimostrare come uno strumento così semplice riesca a caricare di energia un pezzo.
Il drumming entra quasi in punta di piedi, con una cassa molto morbida che si evolve in maniera raffinatissima dopo uno stop and go, con rullante e piatti non invadenti, ma carichi di adrenalina.
La linea di basso, precisa sulla cassa, si impossessa della linea melodica quasi in punta di piedi.
Dopo il primo inciso ecco apparire una splendida fender che non ti aspetti che esplode, letteralmente, in un dialogo con l'acustica sul finale, alternando sonorità "funkeggianti" passando per il blues senza disdegnare qualche spruzzo di psichedelia!
La linea di cantato si rivela in piena linea con l'assieme caricando la traccia di quel frizzante che non guasta mai.
Si consiglia un ascolto reiterato ed in cuffia per non perdere tutte le sfumature di questo caleidoscopio musicale!
La storia
Gibilterra come territorio d’oltremare, in bilico tra il mare e l’oceano, come lingua di terra e di confine che guarda all’Africa lasciandosi l’Europa alle spalle. Per Riccardo Ruggeri e Martino Pini, ideatori del progetto, Gibilterra è il luogo dell’intenzione da cui ripartire, chitarra in spalla e musica nelle tasche. La destinazione è un progetto musicale verso ogni dove, spinto dall’urgenza di dirsi e dire delle cose con la cifra di un italianissimo easy pop, intriso d’ironia e melanconia, corroborato da una distintiva vena chitarristica elettro-acustica.
La musica dei Gibilterra nasce dalla mano esperta e dal cuore di due artisti a cavallo tra la canzone d’autore, il flamenco e il bluesrock. Si ritrovano, infatti, in Da domani torno in me tracce della lezione dei moderni songwriter d’oltre oceano e di quella tradizione italiana di cantautori “scanzonati ma non troppo”, nel modo di porsi.
In una società che privilegia l’apparenza ed il potere il testo insegue il paradosso del dichiararsi deboli per essere più forti. La traccia è stata per l’occasione vestita con la batteria di Andrea Beccaro, il basso e le chitarre elettriche di Martino Pini.
Un set improbabile e caciarone fa da sfondo al videoclip di Da domani torno in me, visibile sul canale YouTube dei Gibilterra, che vede la partecipazione di Alessandro Chiorino dei Pagliaccio. Una sgangherata compagnia di giro che mette in scena fantasmi pop e karaoke, un’improvvisazione in cui l’unica cosa seria sono le chitarre e la malinconica dichiarazione del testo: “faccio cose che no so neanch’io perché”…