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Biografia:
Donato “Dodi” Battaglia è nato a Bologna l'1 giugno 1951: il padre Medardo è originario di San Carlo (FE), mentre la madre Elisabetta di Forlimpopoli (FC).
Dodi ha avuto sempre familiarità con la quarta arte grazie al suo appartenere ad una famiglia di musicisti: il padre suonava il violino, uno dei nonni il mandolino ed il pianoforte, uno zio la chitarra. Il primo strumento posseduto è un'armonica a bocca, ma la passione vera nasce con la fisarmonica, strumento del quale letteralmente si innamora all'età di 4 anni dopo averla vista nella vetrina di un negozio di strumenti musicali in centro a Bologna. All'età di 5 anni riceve in dono la "sfrisarmonica", come allora chiamava lo strumento ed il suo talento è subito evidente in quanto, dopo poche ore, già dimostra di saper suonare "Vogliamoci tanto bene", brano di Renato Rascel.
Cominciano da subito le lezioni di musica e Dodi si trova così ad imparare a riconoscere le note ancor prima di apprendere a leggere e scrivere.
All'età di 14 anni, dopo quasi nove anni di studio della fisarmonica, esplode la passione per la chitarra elettrica grazie al brano "Atlantis"degli Shadows, ascoltato in un juke-box: il gruppo era guidato dal chitarrista Hank Marvin, leggendario musicista idolo di chi in quegli anni cominciava a suonare la chitarra e citato come ispiratore da artisti come Eric Clapton, David Gilmour, Brian May, George Harrison, Mark Knopfler, Neil Young, Jeff Beck, Pete Townshend, Ritchie Blackmore.
Accompagnato e consigliato dallo zio chitarrista, Dodi compra una chitarra classica ed inizia a prendere lezioni frequentando un corso collettivo presso cui, dopo solo quattro mesi perché avvantaggiato dagli studi fatti per la fisarmonica, comincia a dare lezioni ad altri ragazzi, dimostrando una innata e non comune dimestichezza con lo strumento.
Da lì ad un anno comincia a suonare in vari gruppi dell'area bolognese, a partire dai Nobles, poi i Rigidi R&B, i Judas. Il passo successivo è entrare a far parte dei Meteors, un’orchestra importante che gli offre l'opportunità di aprire il mitico concerto che Jimi Hendrix tiene il 26 maggio 1968 al Palasport di Bologna. Brano eseguito: "Foxy Lady”".
1968 - Dodi Battaglia LA CARRIERA NEI POOH
Notato da Valerio Negrini e Roby Facchinetti grazie alla segnalazione dell'allora manager dei Pooh Enrico Marescotti, nel giugno del 1968, all'età di 17 anni, a Dodi viene proposto di entrare nel gruppo al posto di Mario Goretti, sostituendolo alla chitarra a partire dal mese di settembre. Entusiasta accetta: in quei primi anni i Pooh cavalcano la scia del buon successo riscosso da "Piccola Katy" e Dodi, nonostante l’innata timidezza, ha una ottima presenza scenica unita alla notevole maestria con lo strumento.
Quasi da subito vengono scoperte anche le sue doti canore, portandolo ad esordire sempre nel 1968 come voce solista nel singolo "Buonanotte Penny". Quando nel 1971 il gruppo passa alla CBS sotto la guida del produttore Giancarlo Lucariello, questi lo convince a mettersi in gioco come cantante facendogli interpretare, fra gli altri, il brano "Tanta voglia di lei", il più grande successo dei Pooh, rendendo la sua voce elemento peculiare e caratterizzante del suono del quartetto insieme all'altro "componente aggiunto", la sua chitarra, strumento che va sempre più a connotare i brani, come ad esempio l'assolo della suite "Parsifal" del 1973. Una consapevolezza che lo ha portato a definirsi ironicamente come "il più bravo chitarrista dei Pooh".
I grandi successi, nonché pietre miliari della discografia dei Pooh in cui la sua voce è ormai imprescindibile, sono innumerevoli: da "Noi due nel mondo e nell’anima" a "Infiniti noi", da "Parsifal" a "Dove sto domani", da "Che vuoi che sia" a "L'altra donna", a "Isabel".
Alla sua crescita come interprete e chitarrista si affianca quella di compositore: è sempre grazie allo stimolo di Lucariello che Dodi compone nel 1972 il suo primo brano, "Io in una storia", a cui in ordine sparso negli anni si aggiungono, solo per citarne alcuni, "50 primavere", "Ci penserò domani", "Comuni desideri", "Danza a distanza", "Dietro la collina", "Due donne", "Gitano", "In diretta nel vento", "Padre a vent'anni", "L'altra donna". "Canterò per te" del 1980 è il suo primo signolo: quella come compositore è un'attività che prosegue tutt'ora, con all'attivo più di 150 brani pubblicati, dei quali 78 fanno parte della discografia dei Pooh.
Nel 1990 vince con i Pooh il Festival di Sanremo, proponendo un brano dalla tematica inusuale per la kermesse: "Uomini soli”". A coronamento vi è il bagno di folla con il concerto tenuto in Piazza Duomo a Milano.
Con il trascorrere degli anni cambia anche lo stile di Dodi che, non abbandonando la sua matrice rock, si dedica anche allo sviluppo di un approccio alla musica più pacato e che lo porta alla composizione di brani come "Senza musica e senza parole".
Nel 2002 con i Pooh debutta nel mondo del musical con "Pinocchio", a trasposizione del celebre romanzo di Carlo Collodi, mentre nel 2006 firma con loro "Cuore Azzurro", il singolo porta fortuna della Nazionale Azzurri vincitrice dei Mondiali di Calcio.
Nel 2016 la lunga storia dei Pooh trova la sua conclusione con la tournée "Reunion" in una inedita formazione a cinque in cui viene incluso Riccardo Fogli: il gruppo saluta i fan con una serie di concerti che vanno a suggellare i 50 anni di attività.
L'ATTIVITÀ SOLISTA
Come solista Dodi incide due album: il primo nel 1985, "Più in alto che c'è?!", scritto interamente in compagnia del suo amico fraterno Valerio Negrini con la sola eccezione della title-track scritta con Vasco Rossi, il quale compare anche nel disco come ospite.
Del 2003 è l’album strumentale acustico "D'assolo", ristampato nel 2012 con una bonus track dedicata all’amico e concittadino Lucio Dalla, scomparso in quell’anno.
Tra il 2013 ed il 2014 tiene più di trenta stage: in occasione di tali incontri, dedicati agli appassionati della chitarra ma aperti anche ai meno esperti, Dodi si racconta ed illustra il proprio approccio allo strumento, illustrando alcune tecniche.
Nel 2015 pubblica con David De Filippi l'autobiografia "Lo sai che da vivo sei meglio che in Tv?", casa editrice TEA.
Nel 2017 Dodi pubblica "...e la storia continua", il doppio album live registrato durante il tour che lo ha portato in tante piazze italiane e che oramai è divenuto un appuntamento fisso dell'estate.
L'1 giugno 2018 sul lungomare di Bellaria Igea Marina si è tenuto "DODI DAY - 50 anni in musica", un grande concerto organizzato in occasione del 67esimo compleanno di Dodi e dei 50 anni di attività musicale come professionista. Tanti gli artisti che hanno accettato l'invito a prendere parte all'evento: Stefano D'Orazio, Marco Masini, Gigi D'Alessio, Enrico Ruggeri, Luca Carboni, Mario Biondi, Silvia Mezzanotte, Mietta, Maurizio Solieri, il Maestro Fio Zanotti, Ignazio Boschetto de Il Volo. L'evento è divenuto un doppio album live e un DVD.
2018 - Dodi Day
Nel 2018 Dodi ha dato vita al tour teatrale "PERLE – Mondi senza età", il progetto musicale ideato e realizzato per dare spazio ai brani meno eseguiti dal vivo dai Pooh, ma non per questo meno carichi di significato ed emozione. Una tournée che desidera portare nei giusti spazi la poetica di Valerio Negrini e di Stefano D’Orazio e la musica dei Pooh, per riscoprire insieme quei brani cui solo l’ambiente intimo e ricercato di un teatro può dare il giusto scenario e dimensione. Alla tournée è dedicato un libretto realizzato da Michaela Sangiorgi, con foto di Domenico Fuggiano, scaricabile gratuitamente in formato PDF al link http://bit.ly/libretto-PERLE.
La tournée è divenuta un triplo vinile bianco, un DVD e un doppio album live dal titolo "PERLE", racchiuso in un libro di 60 pagine, anche in questo caso con i testi di Michaela Sangiorgi e le foto di Domenico Fuggiano, diverso rispetto alla versione disponibile come compendio al concerto. Nella tracklist la trentottesima traccia è "Un'anima", il brano inedito firmato da Dodi con il grande cantautore Giorgio Faletti.
Dodi si è adoperato affinché l'11 giugno 2019, nello scenario del Cortile Maggiore di Palazzo Ducale, venisse attribuito a Valerio Negrini il "Premio Speciale Parole Spalancate", in occasione di uno degli appuntamenti del 25° Festival Internazionale di Poesia di Genova. «Un riconoscimento dovuto a un artista schivo ma che ha scritto testi indimenticati che tutti hanno cantato almeno una volta nelle loro vita», come spiegato nel comunicato stampa da Claudio Pozzani, direttore della manifestazione. Come spiegato da Dodi: «Valerio ha scritto pagine importanti della storia della musica italiana. La sua sensibilità, unita alla grande attenzione che aveva nei confronti degli altri e del mondo gli hanno permesso di scrivere testi in cui molti hanno saputo riconoscersi. La sua poetica è entrata a far parte del lessico quotidiano di quanti amano le sue canzoni e la discografia dei Pooh».
Per tale evento è stato pubblicato l'album "...non c'è mai un addio • Valerio Negrini": stampato a tiratura limitata, è composto da una tracklist di quindici brani live ed accoglie al suo interno un booklet di 50 pagine redatto da Michaela Sangiorgi dedicato alla storia artistica di Negrini ed alla vasta produzione di testi come paroliere dei Pooh.
Terminato il tour estivo con quaranta date in altrettante piazze d'Italia, a novembre del 2019 Dodi è tornato nei teatri con la seconda edizione della tournée "PERLE – Mondi senza età", arricchito da una scaletta riveduta con l'inserimento di dieci nuovi brani. Anche a tale tournée è stato dedicato un libretto realizzato da Michaela Sangiorgi, con foto di Domenico Fuggiano, scaricabile gratuitamente in formato PDF al link http://bit.ly/libretto-PERLE-2.
I nuovi brani sono stati raccolti nell'album live PERLE 2, pubblicato su CD con booklet di 20 pagine.
LE COLLABORAZIONI
L'attività di Dodi come autore ed esecutore lo vede collaborare con Vasco Rossi (sua la chitarra nei brani "Una canzone per te", "Va bene va bene" e "Toffee"), Al Di Meola, Riccardo Fogli, Irene Fargo, Mia Martini, Lena Biolcati, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Alice, Daniele Battaglia, Annalisa Minetti, Gino Paoli, Delia Gualtiero, Enrico Ruggeri, Raf, Gianluca Grignani, Giorgio Faletti, Gianni Fiorellino, Capsicum Tree, Chitarre d’Italia (con Maurizio Solieri e Franco Mussida), Zecchino d'Oro.
Del 1993 è l'album "Walzer d'un Blues" del supergruppo Adelmo e i suoi Sorapis, composto da Dodi, Zucchero, Maurizio Vandelli, Umbi dei Nomadi, Fio Zanotti e Michele Torpedine.
E' del 2015 la collaborazione internazionale con Tommy Emmanuel, unanimamente riconosciuto come uno dei migliori chitarristi al mondo e noto per la sua incredibile tecnica del fingerpicking, con il quale incide l'album "Dov'è andata la musica". Tra le tracce vi è lo strumentale "Vale", dedicato all'amico fraterno Valerio Negrini, venuto purtroppo a mancare nel 2013.
L'08 marzo 2019 Dodi pubblica il singolo "Un'anima", stampato su vinile bianco in edizione limitata a 500 copie. Il brano ha visto la luce dopo un lungo lavoro durato mesi. Lungo ma non gravoso, perché dedicato alle parole di Giorgio Faletti, scritte con l'estro e la genialità che lo hanno sempre contraddistinto. Partendo da un provino molto embrionale inciso da Faletti qualche anno fa, Dodi ha lavorato per portare alla luce l'onda di sentimenti ed emozioni che vengono coinvolti nel racconto racchiuso nella canzone. Il brano è stato incluso nella tracklist del doppio album live dal titolo "PERLE".
Dopo il concerto tenuto nel dicembre del 2017 presso la Sala Kursaal di Merano con la Merano Pop Simphony Orchestra diretta dal Maestro Roberto Federico, Dodi collabora con l'Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia diretta dal Maestro Piero Romano per due live tenuti a Taranto e Matera nell’ottobre del 2019.
LE PASSIONI
Grandissimo collezionista di chitarre (ne possiede circa cinquanta), a Dodi sono state dedicate due chitarre "signature", rispettivamente dalla Fender e dalla Maton.
La Fender ha prodotto nel 1997 una Stratocaster signature model in edizione limitata su specifiche di Dodi. Dopo il prototipo custodito nel museo di Guitar Ranch a Verona, la Fender ha realizzato due esemplari definitivi recanti il nome "Dodi" al dodicesimo tasto ed i rimanenti della serie. Caratterizzati dalla grande accuratezza della realizzazione, hanno il manico in acero monoblocco con verniciatura satinata, due pickup "single coil", un "humbucker" splittabile con apposito comando, ponte "Floyd Rose". Gli appassionati ed i fan hanno soprannominato lo strumento "Dodicaster".
L'australiana Maton ha realizzato la chitarra che ambiva offrire a Dodi un suono acustico originale, la ECJ85 "Dodi Battaglia" prodotta nel 2000 in serie limitata.
Dapprima appassionato di tango e walzer quando suonava la fisarmonica, Dodi in seguito si interessa alla musica italiana degli anni '60 ed ai vari artisti stranieri del periodo fra cui Shadows, Beatles, Jimi Hendrix, Chicago, Bee Gees. Successivamente si orienta verso l’area prettamente fusion in cui spaziavano Chick Corea e Al Di Meola (da soli o con i Return To Forever) Pat Metheny e John McLaughlin, arrivando oggi ad essere comunque attento a quanto la scena musicale internazionale propone, ad esempio The Edge o Steve Lukather, a testimoniare la sua innata e viscerale passione per tutto quanto è chitarra.
Dodi vanta 20 anni di esperienza nelle gare automobilistiche da solo o in squadra con Giorgio Faletti, collezionando vittorie e record in pista.
Il 04 dicembre 2017 il direttore e la redazione di "Autosprint" includono Dodi nella rosa di quanti hanno ricevuto il prestigioso premio "Caschi d’Oro 2017", il vero e proprio Oscar consegnato ogni anno dalla rivista a quanti si sono distinti nel campo dell'automobilismo sportivo.
Sci, nuoto e palestra sono altri sport praticati per diletto. È tifoso del Bologna e dell'Inter.
Appassionato di cinematografia, Dodi nutre una predilezione particolare per i kolossal americani come "Guerre stellari". Fra le sue pellicole preferite "L'altra faccia dell'amore" del regista Ken Russell e "Vi presento Joe Black" di Martin Brest.
Anche l'elenco dei libri letti è molto lungo; ad esso appartengono due romanzi scritti da autori che annovera tra gli amici: "L'ultima legione" di Valerio Massimo Manfredi e "Io uccido" di Giorgio Faletti.