Del mondo il canto

Il sole sorge illuminando le fronde verdeggianti, mentre i primi refoli di brezza mattutina agitano le foglie in una danza che, per quanto secolare, resta sempre affascinante...

Intenso, intimo ed, a volte, onirico...
Ecco il nuovo singolo di Domenico Imperato che apre la strada al nuovo album di prossima uscita...

un arpeggio di chitarra classica, sul left, duetta con una pennata di elettrica sul right, per un'intro che già lascia presagire quelle che sono le atmosfere di un pezzo a dir poco particolare e ricco di spunti.

La linea ritmica è caratterizzata da una cassa pulsante, sostenuta da giri di basso raffinatissimi, con il sostegno di un giro di percussioni che tinge di tribale l'assieme.

Di grande impatto l'entrata degli archi che arricchisce di colore il singolo e che vengono caratterizzati da un dialogo con una chitarra distorta nell'inciso che, decisamente, non ti aspetti.

La linea di cantato risulta originale, perfettamente calata nell'atmosfera del singolo, e non passa di certo inosservata.

Da ascoltare ripetutamente in cuffia per cogliere tutte le sfumature dell'assieme!

La storia

Come al primo avvio di Google Earth, dallo spazio si precipita subito risucchiati in un mega zoom che arriva a inquadrare, non le vie di casa nostra, ma le vite e le storie dei personaggi raccontati in “Bellavista”, il nuovo album di Domenico Imperato in uscita il 2 febbraio 2018 per Lapilla Records/Ponderosa Records, anticipato dal singolo “Del Mondo il canto”, lanciato in anteprima da Rolling Stone il 18 dicembre 2017.
Prodotto e arrangiato insieme al polistrumentista Francesco Arcuri, registrato e mixato da Angelo Scogno presso Sonus-Factor, uno spazio nascosto, quasi segreto, situato nel piccolo paese abruzzese di Atessa, “Bellavista” arriva a tre anni dall’esordio di “Postura Libera” per espandere l’universo sonoro del primo album e ricostruire una nuova frontiera della canzone d’autore. Un lavoro più completo e maturo del precedente, in cui il rock incontra il pop e l’elettronica danza insieme alla world music. “Bellavista” supera i confini ristretti del Tropicalismo in chiave mediterranea di “Postura Libera” e si apre all’infinita curiosità di Imperato, un artista che suona in modo contemporaneo ma con i piedi ben saldi alla tradizione cantautorale italiana del passato, soprattutto nell’atteggiamento di empatia che nutre nei confronti dell’umanità descritta nel nuovo album.

Minimale nella scrittura e sensibile verso i suoi sconfitti, Domenico Imperato unisce un’essenzialità di scrittura quasi alla Raymond Carver con il senso di nostalgia di De Gregori o la solidarietà umana di De Andrè.

Sono storie spesso tristi, che descrivono una realtà dura, ma accompagnate per contrasto da sonorità calde che si portano dietro la memoria dei tre anni vissuti da Domenico Imperato in Brasile.
Potrà sembrare strano ma sono canzoni da ballare. Grazie allo splendido sodalizio artistico con Arcuri, che dona un respiro musicale molto ampio al disco, esplode il calore delle fanfare, delle percussioni e di tutta la straordinaria sezione ritmica, delle chitarre, dei violoncelli, del flauto. E fra afro-blues danzanti e folk allegro, fra pop scanzonato e rock a tratti duro, spunta anche la partecipazione della cantautrice Erica Mou a impreziosire ulteriormente un brano come “Al matrimonio di due nostri amici”.

Perché questa tormenta esistenziale che percorre tutto l’album è raccontata con la speranza di una rinascita. “Bellavista” è sì un disco duro, a tratti rabbioso, un disco di presa di coscienza della inevitabile disfatta, ma che allo stesso tempo non abbandona la voglia di una ripartenza di slancio.

Fondamentale l’apporto della band, formata da alcuni importanti musicisti abruzzesi: le batterie e quasi tutte le percussioni sono state suonate da Bruno Marcozzi, il basso elettrico e il contrabbasso da Nicola Di Camillo, i violoncelli da Flavia Massimo e le tastiere da Marco Bassi. Il lavoro di programmazione elettronica è stato realizzato da Raffaele Imperato, i flauti sono stati suonati dal Maestro Geoff Warren e gli interventi di violino e viola dal virtuoso Domenico Mancini. Il mastering è stato finalizzato da Riccardo Ricci nello studio Ultrasonic di Pescara.

DOMENICO IMPERATO

Domenico Imperato è un cantautore metà uomo e metà chitarra. A 12 anni gli fu regalata la sua prima chitarra e da allora non ha mai smesso di scrivere, cantare e suonare. Vincitore del Premio Fabrizio De Andrè 2014, si è trasformato con il tempo in un esploratore dell’universo della canzone d’autore alla ricerca di metriche, parole, accordi e arpeggi nuovi.
È nato nel tacco dell’Italia ad Acquaviva delle Fonti, da madre pugliese e padre napoletano, ed è cresciuto in Abruzzo a Pescara. Ha vissuto per alcuni anni su una nave dal nome Lusofonia, prima in Portogallo e poi fino alle coste del Brasile. Mentre danzava in un rito di macumba gli è stato detto che nel suo canto c’è qualcosa di moro. Ha cercato con “Postura Libera” di mischiare il suo sangue meridionale in nuove forme di Tropicalismo Mediterraneo. Poi ha deciso di rimettere i piedi sulla sua terra natale.
Il suo secondo disco è un denso cubo rosso con dentro undici storie-canzoni. Se lo carica in spalle come fosse il doveroso fardello di uno che ha scelto di fare il cantautore, e se lo porta a spasso. Quando intuisce la linea d’orizzonte lo poggia a terra, ci sale sopra come fosse un altare, e inizia a scrutare a “Bellavista”.

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Artista: 

Domenico imperato

Genere: 

indie

Copertina del brano: