La pioggia picchietta contro il vetro della finestra disegnando rivoli che scendono verso il basso...
Lei guarda fuori ed i suoi pensieri scivolano via con le goccie d'acqua...
Sensuale, avvolgente, caldo...
Questa è Amused, il singolo d'esordio di Rose che irrompe sulla scena indipendente italiana...
Il Singolo si presenta con un'intro di pianoforte di grandissimo gusto che, dopo un paio di battute, lascia spazio al singolo nella sua pienezza.
Il drumming risulta raffinatissimo, caratterizzato dal gioco cassa cerchio, mentre il giro di basso ricama con grandissimo stile sostenendo tutta la linea ritmica.
Il pianoforte regala spruzzi di grandissima classe, lungo tutta la durata della canzone, arricchendo un'assieme di per sè già estremamente gustoso.
L'inciso dopo il ritornello fa irrompere sulla scena un assolo di semiacustica davvero affascinante che si chiude lasciando il proscenio ancora al pianoforte il quale, senza soluzione di continuità, dimezza la battuta per poi lanciare il gran finale dove troviamo anche un Rodhes a ricamare il tutto.
Spettacolare la linea di cantato che non può far altro che delineare quelle caratteristiche vocali che caratterizzano le eccezzionali possibilità di Rose...
Da gustare in cuffia per cogliere tutte le sfumature del singolo!
La storia
Rosa Mussin è una giovane cantante e polistrumentista originaria di Portogruaro che ha da poco esordito con “Moving Spheres”, pubblicato sotto il moniker Rose. Si tratta del primo lavoro solista per la ragazza veneta che, a dispetto della giovane età, può vantare già una certa esperienza con diversi gruppi. Il disco raccoglie sei tracce figlie del desiderio di non percorrere strade già troppo battute e di mescolare diverse influenze, a testimonianza di un’identità artistica che è già davvero parecchio solida. Nel disco, infatti, coesistono diversi stili afferenti al calderone della black music, un macrogenere che negli ultimi tempi ha trovato grandi interpreti internazionali anche in artisti bianchi o, comunque, non particolarmente vicini a quel mondo. Il soul resta il principale di riferimento, ma qua e là compaiono anche echi funk e tracce di rhythm and blues: il disco è molto elegante, emblema del gusto per suoni ricercati e molto raffinati. La titletrack, in tal senso, riesce a unire una base molto elaborata ad un cantato che sa farsi suadente ma anche forte quando serve: un legame che, comunque, resta fortissimo anche nel corso degli altri brani. I due episodi centrali, “Same Things” e “Amused”, sintetizzano la bellezza di un disco che spazia attraverso luoghi remoti senza mai perdere in efficacia. “Moving Spheres” è un esordio importante, capace di mettere in luce già tutto il talento dell’artista e di alimentare aspettative importanti anche per il futuro.