Il periodo di quarantena è finito, ma i segni di quei mesi si vedono e si sentono ancora...
Ricorda che voglia aveva di uscire, di respirare aria buona, ma dopo tutti quei giorni con sè stesso si rende conto di esser cambiato dentro...
Introspettivo, coloratissimo e dagli arrangiamenti raffinatissimi!
3 maggio 2020 è il primo singolo da solista di Cavallini che, in maniera apparentemente leggera, racconta degli strascichi che il periodo di lockdown ha lasciato in tutti noi e lo fa alla grande attraverso una scrittura di grande impatto e con arrangiamenti davvero di livello!
Certi eventi lasciano il segno e possono diventare motivo di un racconto incastonato in una bella canzone!
Cassa bella tosta, rullante secco, fill avvolgenti, questa è la caratteristica del drumming che detta il timing della canzone con il basso essenziale e preciso sul battere ad arricchire l'assieme ritmico.
La limpidezza del pianoforte si va ad assemblare splendidamente con una ritmica di chitarra acustica che apre il suono con qualche spruzzo di synth che dona un colore pop davvero vivido!
Cavallini, attraverso la sua scrittura mai banale, si dimostra performer di livello grazie anche ad una capacità interpretativa assolutamente di livello e coinvolge chi ascolta dalla prima all'ultima nota!
Da gustare con cufie di qualità per non perdere gli splendidi colori della canzone!
La storia
«La canzone “3 maggio 2020” è nata proprio il giorno che da il titolo al brano, durante il lockdown per Covid-19, precisamente l’ultimo giorno di fase 1. Quello che ho voluto raccontare sono le emozioni che hanno contraddistinto questo strano periodo: la noia, la rabbia, i sogni, le speranze del cazzo (cit dal testo), la mancanza degli amici e della socialità (sintetizzata nel concetto di bar) e la voglia di “scatenare l’inferno” nella fase 2», commenta Cavallini. Il video diretto da Igor Riccelli racconta il disagio di un periodo che ha segnato profondamente tutti. «Lo abbiamo fatto tentando un approccio leggero, ma non banale. Nelle varie scene che compongono il videoclip, è sempre rappresentato il conflitto tra le due pulsioni di Cavallini: da un lato la nostalgia per un tempo che non c’è più (e chissà se tornerà), per le serate insieme agli amici e alla ragazza, per la cornice del bar in cui questi incontri avvenivano; dall’altro il desiderio, la voglia di tornare alla normalità e di “scatenare l’inferno”, che deve però - per l’emergenza sanitaria - rimanere intrappolata tra le quattro mura di un appartamento. A livello tecnico, da segnalare un omaggio al dolly zoom di Steven Spielberg in Jaws (Lo Squalo). E a completare il tutto, qualche rapida apparizione di un Cavallini-Conte più “istituzionale”», afferma il regista. Leggi la storia di Matteo!Artista:
Cavallini
Genere:
pop