11

Lo sguardo perso oltre la finestra, i ricordi che vanno alla loro storia che è finita... Lui si chiede perchè è andata così e una sorta di inedia lo colpisce mentre il suo gatto gli si struscia tra le gambe facendo le fusa... lo guarda ed invidia la vita del felino che pare tranquilla e libera da pensieri... Colorato, carico di energia, ma con un messaggio ben preciso e non banale nascosto tra le pieghe del testo... 11 è il nuovo singolo di Tam che, tra elettronica e sonorità vintage, irrompe sul palcoscenico del panorama emergente italiano! Originale e fuori dagli schemi, difficilmente si può descrivere diversamente questo singolo... Un bel drumming, che alterna una ritmica in stile boogie woogie nelle strofe ed il tipico mood dance anni '70 nei ritornelli, viene sostenuto da una linea di basso raffinata e pulsante precisa sulla cassa. le sonorità tipicamente vintage vengono rafforzate da un mix di tastiere martellanti con spruzzi di hammond in stile anni '60 che donano un colore molto intenso alla traccia... Coinvolgente e con un tiro pazzesco la performance di Tam fatta di cori, ritmo ed un'energia davvero incredibili! Da gustare in cuffia per farsi avvolgere dal sound della canzone!

La storia

Prendete nota. Ma non una qualsiasi. L’ottava. L’ottava nota. Perché è lì, esattamente dentro quella nota che rimette in discussione l’origine e la genesi di ogni canzone, ma più in generale scardina i paradigmi della musica e dei processi creativi, è lì che catturiamo il senso profondo di questo disco, quasi un manifesto contro quello spazio che abitiamo sovrappensiero quando abbiamo paura di farci male e che chiamiamo “luogo comune”. Lì dentro, dove tutti siamo uguali, pensiamo allo stesso modo e ci indigniamo per finta contro gli stessi nemici, proprio lì, forse, ci spegniamo. Più tristi, rassegnati, senza ironia, senza emozione. Questo, ci racconta Tam. Come nel film Boychoir di François Girard, l’ottava nota è la follia che rimette in discussione le certezze di chi si accontenta del talento e non cerca il genio, ed è il luogo simbolico e forse metafisico in cui raccontare Tam, o in cui cercarlo, perché sarà impossibile non farlo dopo aver ascoltato il suo disco, folle e disturbante, divertente e sognatore; soprattutto, e questo è ciò che conta, inquietante e struggente. Perché è in ogni inquietudine che ci si strugge, in ogni cosa non conosciuta o certezza non data, che ci si perde e ci si ritrova. Chi è Tam, allora? Alcuni sostengono sia un gatto di casa, o forse un alieno, una profezia, un’ospite inatteso. Di lui si sa poco, alcuni sostengono sia sempre esistito, su di lui si sono rincorse voci e supposizioni, così come sulle sue esperienze artistiche e sensoriali. Ma quello che interessa qui ed ora, è il suo disco, che ci porta avanti e indietro nel tempo come in un pendolo ipnotico, che ci riconsegna bellissime atmosfere degli anni ottanta, là dove ogni banalità ed ogni edonismo diventavano arte e orizzonte, ma collocandole in un vuoto ancora più intenso, quello di oggi, dove il Black Friday diventa compimento di un esistenza o dove la superstizione di un gatto nero che attraversa la strada determina le nostre scelte più di ogni scoperta o meraviglia. Ma se riusciamo ad ascoltare Tam liberandoci dalle nostre gabbie, dalla nostra necessità di definire ciò che è indefinibile, un po’ come la sua musica, potremmo finalmente sorridere abbandonandoci al suo genio stralunato e dissacrante, così come si sorride quando ci si toglie di dosso un vestito troppo inamidato o delle scarpe troppo strette. Quindi buon viaggio, avanti o indietro non conta, conta andare oltre, magari perdendosi nelle melodie mai banali di Tam, nei suoi mondi lontani. E se non lo capirete, lui vi potrebbe rispondere e allora amen, ma forse sarebbe peggio per tutti, e quell’ottava nota che non c’è diventerebbe davvero una dolente nota. Leggi la storia di Tam!

Artista: 

Tam

Genere: 

alternative pop

Copertina del brano: